Agnese Portincasa
Scrivere di gusto. Una storia della cucina italiana attraverso i ricettari
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2016
La cucina italiana è avvolta nella nebbia, con squarci di sole quando si guarda lontano e lontanissimo, al Rinascimento e al Medioevo, o viceversa a un presente in cui la pasta e la pizza sono su qualunque insegna luminosa, nel mondo intero. Questa nebbia è tanto più fitta, dal Sette al Novecento, perché il banchetto dei principi e dei papi è finito, anzi lentamente scivolato prima in tavole infranciosate, quindi in cene a invito dignitosamente provinciali, e infine in una cucina borghese di casa che è divenuta a sua volta, solo ieri, modello e fonte di ispirazione degli chef. (Dalla Presentazione di Alberto Capatti). Questo libro delinea un quadro storico dell’evoluzione della cucina italiana negli ultimi due secoli utilizzando una selezione di ricettari pubblicati in Italia dalla fine del Settecento fino agli anni della seconda guerra mondiale. La messa a fuoco del punto di osservazione definisce il contesto e contribuisce a far emergere particolari rilevanze che distinguono specificità di temi e cronologie. È una ricostruzione in cui la stereotipizzazione dell’oggetto al centro dell’analisi è insieme dato pregnante e rilievo sfuggente, inserito com’è nelle dinamiche di una società fluida e globalizzata in cui tutto ciò che ha preso forma nella genesi e affermazione dello stato-nazione – cucine nazionali comprese – va lentamente mutando.
Franca Menneas
Omicidio Francesco Lorusso. Una storia di giustizia negata
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2015
Bologna, 11 marzo 1977: Pier Francesco Lorusso viene ucciso da un colpo di pistola. È il primo e unico morto ammazzato a Bologna in scontri di piazza dai tempi della Liberazione e quel proiettile segna indelebilmente la città imprimendole una ferita ancora oggi non del tutto rimarginata. Questo libro si propone di ricostruire la vita e la morte di quel ragazzo falciato una mattina in cui i giovani del movimento e le forze dell’ordine si affrontano nel pieno centro storico. L’episodio si inserisce in un contesto che vede da una parte le rivendicazioni dei “non garantiti” attanagliati dalla crisi economica e, sul versante opposto, il Partito comunista al governo della città, colpendo entrambi i fronti. Da queste pagine, basate sull’incrocio di atti giudiziari e testimonianze, perizie balistiche e necroscopiche, cronache dei giornali, documentazione letteraria, memorie e interviste, nasce una ricostruzione corale intessuta da voci diverse, talvolta contrapposte.
Pier Giorgio Ardeni
Cento ragazzi e un capitano. La brigata Giustizia e Libertà “Montagna” e la Resistenza sui monti dell’alto Reno tra storia e memoria
Con la collaborazione di Francesco Berti Arnoaldi Veli, premessa di Luciano Casali
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2014
Pier Giorgio Ardeni (1959), docente all’Università di Bologna, è studioso di migrazione, povertà e sottosviluppo. Negli ultimi anni, ha esplorato e studiato, in forma privata, la storia della Brigata partigiana “Montagna” – attiva sulle montagne del bolognese a partire dal giugno del 1944 – ricomponendo le vicende di violenza, sacrificio, sofferenza e onore che l’hanno vista protagonista.
Il fascismo portoghese – Le interviste di Ferro a Salazar
a cura di Daniele Serapiglia, prefazione di Luís Reis Torgal (2014)
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2014
Il volume propone le interviste che il giornalista António Ferro fece al dittatore lusitano António Oliveira de Salazar, tra il 1932 e il 1938, per far conoscere in Portogallo e all’estero il valore della sua dottrina e il modello di stato che aveva in mente. Riletti oggi, questi testi sono da considerarsi capitoli di un vero e proprio Mein Kampf del regime portoghese, ma anche le parti di un’autobiografia dello stesso Salazar. Tra ricordi personali e prospettiva politica, il presidente del consiglio lusitano, oltre a parlare di strategie economiche e politiche, parla di se stesso e della sua formazione. Da tutto ciò emerge il profilo di un dittatore atipico, più a proprio agio tra le carte che a contatto con le masse.
AA.VV.
Antirisorgimento – Appropriazioni, critiche, delegittimazioni
A cura di Maria Pia Casalena
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2013
La teoria dell’Antirisorgimento imputa al processo di formazione dello Stato nazionale di aver creato una Italia sbagliata e oberata di problemi e ritardi. Nel centocinquantenario dell’Italia, questo volume fa luce su tutti i risvolti di questa teoria, seguendolo nelle articolazioni sette e ottocentesche e proponendo un focus sugli anni più vicini a noi.
AA.VV.
L’Italia tra due secoli
A cura di Elena Bignami
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2013
Il volume raccoglie le riflessioni di un gruppo di autorevoli studiosi provenienti da varie discipline – storici, economisti, sociologi e letterati – chiamati a discutere sulla storia italiana degli ultimi trent’anni intesa come parte integrante, se non come esito, della storia nazionale. L’ultimo trentennio si configura come un’epoca ancora aperta, ma che ha certamente una data di inizio: la fine del “trenta gloriosi” e le crescenti difficoltà del sistema politico e istituzionale di fronteggiare un cambio di fase storica nella quale si incrinarono, fino a spezzarsi, i meccanismi dello sviluppo e della regolazione sociale che si erano venuti definendo in tutto l’Occidente a partire dagli anni Trenta.
Luca Pastore
La vetrina infranta. La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979
Istituto Storico Parri – Pendragon, 2013
Bologna ha vissuto negli anni del terrorismo rosso un lungo e intenso periodo di violenza politica finora mai accuratamente indagato. Questo libro ricostruisce gli episodi di violenza politica in città, dall’omicidio Lombardini allo scioglimento di Prima linea. Sono inoltre incluse nel volume interviste – realizzate da Claudio Santini – a testimoni del tempo fra cui Maurice Bignami, il dirigente comunista Maurizio Zani, il capo dei Carabinieri antiterrorismo, Nevio Monaco e altri.
Cronaca. Casa di Pioppi
a cura di Alessandra Deoriti e Monja Fiorini (2023)
Dovessimo catalogarlo ai punti, il testo che presentiamo andrebbe collocato senz’altro fra gli spaccati della storia minore: storia dei piccoli che non governano la Storia, che di norma la subiscono e talora nemmeno sanno interpretarla. A questi “piccoli” appartengono le religiose dell’asilo aziendale di Pioppe di Salvaro, delle quali suor Alberta Taccini (1905-1996) è stata superiora dal 7 ottobre 1940 al dicembre 1944 e principale redattrice della Cronaca che, secondo le consuetudini della Congregazione, riporta quotidianamente e in forma stringata l’agenda del giorno. Finora inedita, ad eccezione di alcuni stralci salienti citati nelle pubblicazioni sulla strage di Monte Sole, la fonte merita di essere conosciuta nella sua interezza come documento d’epoca che lievita pian piano agli occhi del lettore: dalla ripetitività senza scosse della prima parte al pathos crescente della seconda, mano a mano che la guerra si avvicina e sovrasta. Vi leggiamo quindi dei bombardamenti, della chiusura dell’asilo, dello sfollamento nella canonica di Salvaro insieme a molti altri rifugiati, della coabitazione con Mons. Mellini, il “vescovo della montagna”, dell’incontro con il salesiano Elia Comini e il dehoniano Martino Capelli, della cui attività, arresto e prigionia suor Alberta è testimone privilegiata.
Evangelista Valli
Della guerra in tempo di guerra
a cura di Alberto Preti e Francesca Valli (2023)
Educatore schietto e affascinante che sapeva trasformare le sue lezioni in analisi preveggenti dei fatti del suo tempo; professore antifascista capace di fornire strumenti di orientamento e di conoscenza ai suoi allievi che, in molti, passarono direttamente dai banchi di scuola alla lotta di liberazione. In tanti modi, appassionati, devoti o affettuosamente scanzonati – «dissacrante», «generoso», «originale», «Evangelista senza Vangelo» – lo hanno definito e ricordato studenti come Luciano Serra, Pier Paolo Pasolini, Francesco Leonetti, Roberto Roversi, Francesco Berti Arnoaldi e tanti altri. Laico, liberale, intellettuale indipendente, poi legato al partito d’azione, sulla sua figura proiettano una nuova luce gli scritti che qui vengono pubblicati: il diario e alcune lettere inviate ai familiari nei primi anni ’40. Ne scaturisce un testo – Della guerra in tempo di guerra sono le parole d’esordio di una sua conferenza del 1941 – in cui si intrecciano narrazione e acute riflessioni sulla quotidianità stravolta dal conflitto e sul compito degli intellettuali, non solo di comprendere gli eventi, ma di riconoscere le vie da percorrere nei momenti più drammatici della storia.
Dario Nobili
Diario di guerra- 1941-1945
a cura di Mirco Dondi (2021)
“Scrivo questo mio diario di guerra per poter meglio ricordare i fatti successimi, che sono veramente degni di nota…” (estate 1941), “Germania Kaputt. Dopo sessantanove mesi di lotta la Germania hitleriana… è finalmente crollata” (maggio 1945). Sono queste le frasi di inizio e di fine del diario di Dario Nobili. In mezzo, la vita di un bambino che diventa adolescente e annota nel suo diario segreto il tempo di una guerra che ha sconvolto il mondo. Si alternano i giorni dei bombardamenti a quellmai delle passeggiate in montagna nei momenti di tregua, perché la voglia di vivere riesce a vincere la paura. Il ragazzino racconta la quotidianità della sua famiglia che è la quotidianità di tutti, osservando come lo sfollamento costringa a vivere in comunità nuclei famigliari diversi, che insieme si stringono nei momenti di terrore e insieme giocano partite a tombola in tranquille serate di veglia. È un libro di guerra permeato da una profonda avversione per la dittatura nazifascista, dal sogno della pace e di un mondo diverso.
Don Amedeo Girotti
Pagine di diario. 1 gennaio 1944- 30 settembre 1945 (2021)
A cura di Alessandro Albertazzi
Don Amedeo Girotti, parroco di Montasico di Marzabotto, nel primo Appennino bolognese, annota con regolarità le vicende quotidiane di quel territorio alla sinistra del fiume Reno, posto di fronte all’area di Monte Sole e quindi al teatro della strage del settembre-ottobre 1944. Proprio quella regolarità è una delle ragioni dell’interesse di questo documento. Pubblichiamo qui integralmente le pagine del diario con il timore per il conflitto che si avvicina, la fede che lo sostiene ma anche la debolezza umana di fronte a un mondo che precipita, poi la guerra in casa, lo sfollamento e il difficile ritorno là dove restano quasi soltanto macerie e abbandono. La rilevanza di questa scrittura sta nell’intreccio di notizie e di riflessioni che l’anziano parroco viene annotando, sulla quotidianità, sulla guerra e sul rapporto fra quest’ultima e l’esercizio di un ministero sacerdotale che ne viene profondamente segnato.
Bruno Cruicchi ha vissuto in prima persona alcuni momenti decisivi del primo Novecento italiano ed europeo. Combattente nelle trincee del Carso, testimone degli orrori della Grande Guerra, subisce l’irresistibile fascino della Rivoluzione d’ottobre ed è tra i protagonisti di quella grande stagione di rivendicazioni sociali passata alla storia come “biennio rosso”, stroncata dalla violenta ascesa del fascismo. Minatore durante la realizzazione della ferrovia “Direttissima” tra Bologna e Firenze, negli anni Trenta ripara in Francia per sfuggire alle persecuzioni del regime mussoliniano. Nel 1963, i suoi ricordi, fatti di grandi sacrifici e grandi sofferenze, lo hanno spinto a «scrivere la vita vissuta», restituendoci uno spaccato di militanza di quella generazione che fu la «più drammatica del movimento operaio e socialista italiano».
Domenico Alvisi
Storia minima di un balilla mancato. 1940-1945: Bologna, Casola Valsenio, Monte Battaglia, Bologna
2017
Questo libro è un dialogo. Si tratta, infatti, di un confronto tra la storia ufficiale – gli eventi bellici che hanno coinvolto l’Emilia Romagna nella seconda Guerra Mondiale – e la storia personale di Domenico Alvisi. L’intreccio cresce e si sviluppa tra il 1934 e il 1945 e si articola sul continuo mescolio tra i grandi eventi generali e la vita di un bambino che li osserva con stupore e curiosità. Questo insieme di storia personale e storia collettiva è un filo conduttore che rende interessante e profondo il progetto, originale e di forte impianto soggettivo. Si tratta quindi di un testo di storia sociale, nel quale gli eventi pubblici sono filtrati dai sentimenti e dalle azioni di un protagonista che affronta il proprio percorso di vita, fatto di idee, di quotidiano, di realtà. Un’autobiografia quindi, che assume valore aggiunto poiché le tappe individuali in un certo senso sono la traduzione dei grandi cambiamenti della Storia.
Giorgio Vicchi
Diario partigiano (31 marzo-24 giugno 1944)
a cura di Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa (2015)
Il Diario partigiano di Giorgio Vicchi non è un diario personale, ma della formazione di cui l’estensore faceva parte, dalla quale era stato incaricato di redigerlo e conservarlo. Vi sono annotate le operazioni svolte nel bellunese nei decisivi mesi della primavera 1944. Alle pagine di allora, Giorgio Vicchi ha aggiunto in questo volume testi esplicativi dei fatti, enunciati succintamente nel diario, annotazioni sulla guerra partigiana e su quella nel bellunese in particolare, ed un lessico partigiano per rendere interamente comprensibili i termini usati. Ha inoltre aggiunto rapporti coevi su singole azioni.
Corrado Ghini
Taccuino. Insieme di notizie, appunti e pensieri raccolti durante la prigionia (1943-1945)
A cura di Alessandra Deoriti, Rossella Ropa (2015)
La vicenda degli Imi (Internati militari italiani) ha ricevuto una tardiva ma crescente attenzione dalla ricerca storiografica; il dato della loro maggioritaria indisponibilità a riconoscere la Repubblica Sociale di Mussolini e combattere ancora a fianco dei tedeschi, accettando tutte le conseguenze punitive di tale scelta, è stato assunto come forma peculiare ma non minore di Resistenza al nazifascismo. Anche il diario di Corrado Ghini, classe 1920, sottotenente della Guardia alla Frontiera, catturato il 15 settembre 1943, deportato in vari Lager tedeschi, rientrato dalla prigionia a fine agosto 1945, si inserisce in queste vicende. Il testo possiede una peculiarità di notevole interesse, ovvero sua precocissima risistemazione ancora a ridosso dei venti mesi di prigionia, componendo in forma di taccuino organico i molti foglietti sui quali, quotidianamente, Ghini aveva preso nota degli avvenimenti.
Nazario Sauro Onofri
Giornalismo, ricerca e passione civile nella Bologna del ’900
A cura di Luca Pastore (2015)
Ripercorrere la vita e l’opera di Nazario Sauro Onofri significa sfogliare numerose pagine di storia del ‘900. Nato a Bologna il 29 ottobre 1927, si oppone all’occupazione nazista della città e al fascismo repubblicano aderendo giovanissimo alla Resistenza. Conosce le prigioni fasciste e il dolore per la morte del padre, deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Dopo la liberazione è stato un coerente militante socialista e ha lavorato come giornalista all’«Avanti!», dedicandosi allo stesso tempo alla ricerca storica e consegnando alla nostra memoria collettiva testi fondamentali per ricostruire le vicende di Bologna dalla prima guerra mondiale alla Repubblica. Questo volume, accanto alla vasta bibliografia dei suoi scritti a carattere storico, contiene la trascrizione di una lunga videointervista del 2003 in cui Onofri affronta alcuni temi cruciali della sua esperienza e delle sue ricerche.
Elio Cicchetti
Il campo giusto
a cura di Luca Alessandrini e Mauro Cicchetti (2014)
Il volume è la quinta edizione (dopo le quattro uscite negli anni Settanta) delle memorie partigiane di Elio Cicchetti, operaio, comunista, che col nome di Fantomas combatte tra la fine del 1943 e l’aprile del 1945 nelle file della 7a Gap e della 4a brigata “Venturoli”, formazione, quest’ultima, della quale divenne vicecomandante. Una narrazione incalzante, sotto la spinta dei fatti e delle esperienze dirette, ma anche intensamente meditata e densa di significati. Da essa risaltano – forse come in nessun altro racconto autobiografico di resistenti – l’impegno teso e rischioso, l’inventiva e l’abilità, le necessità dure della vita di un “fuori legge” che, scelto il campo giusto, si batte per una legge nuova, tra i suoi stessi compagni di lotta e per le forze popolari di cui è espressione.