La decade non comincia nel migliore dei modi: la crisi energetica, scoppiata in seguito alla guerra del Kippur (6-25 ottobre 1973), e la conseguente impennata nei prezzi del petrolio ricordano all’Occidente che il benessere non è perenne. In risposta alla crisi i governi europei cominciano ad attuare politiche di austerity volte al risparmio energetico, come il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi e la riduzione dell’illuminazione stradale e commerciale.

La recessione nel mondo occidentale porta, verso la fine del decennio, all’affermarsi di governi di stampo conservatore e neoliberista. Tra gli esempi più noti c’è Margaret Thatcher, primo ministro inglese che per il suo approccio duro e rigoroso assume il soprannome di Iron Lady

Anche in America Latina avviene un brutale cambio di guardia. Il continente è considerato dagli Stati Uniti come il proprio giardino di casa, e per cui ne subisce spesso l’influenza: la CIA interviene spesso, tramite finanziamenti e operazioni segrete, per ribaltare i governi sudamericani vicini al socialismo e in favore di personaggi politici che facessero l’interesse americano. Nel corso della Guerra Fredda sono tanti gli episodi di ingerenza statunitense, come il fallito colpo di stato della Baia dei Porci, che nel 1961 tenta di destituire Fidel Castro; ma l’esempio più eclatante è quello cileno: l’11 settembre 1973 un colpo di stato, guidato da Augusto Pinochet e sovvenzionato dagli USA, porta al rovesciamento del governo socialista di Salvador Allende, che durante l’assedio alla sede del governo si toglie la vita pur di non cadere in mano nemica.

Qualche anno dopo, nel 1976, una sorte simile accade all’Argentina: il generale Jorge Videla destituisce la presidente Isabel Perón. Entrambe le dittature portano avanti politiche di repressione sanguinarie, facendo letteralmente sparire gli oppositori politici: i numeri stimati di desaparecidos sono 30mila in Argentina e 40mila in Cile.
L’Argentina della dittatura, tra l’altro, è protagonista di un conflitto secondario ma molto discusso: la guerra delle Falklands, scoppiata tra aprile e giugno 1982 contro il Regno Unito di Margaret Thatcher per il controllo delle isole al largo della costa argentina. Se da un lato il conflitto segna l’inizio del declino per il regime di Videla, dall’altro rafforza il governo di Thatcher con un’ondata di patriottismo, che le permette di mantenere la guida del regno a lungo.

Nel frattempo l’Italia è già entrata nel vivo dei detestabili anni di piombo, un periodo canonicamente iniziato con la strage di Piazza Fontana nel 1969. È una fase delicata della storia repubblicana italiana, durante la quale la destra eversiva mette in atto una serie di attentati in chiave anticomunista.

Oltre alla già citata strage di Piazza Fontana, altri episodi noti sono Piazza della Loggia a Brescia, dove una bomba uccide 8 persone durante un comizio dei sindacati,  l’attentato al treno Italicus nel 1974 (12 morti), la strage alla stazione di Bologna (che ebbe il più alto numero di vittime, 85 persone) del 2 agosto 1980 e la strage del Rapido 904 all’altezza di San Benedetto Val di Sambro, occorsa il 23 dicembre 1984 e che toglie la vita a 16 persone

Queste azioni sembrano ricondurre a formazioni eversive di estrema destra, e faticosamente i processi che riescono a risalire ad esecutori e mandanti lo dimostrano: un fumo nero che tenta di sovvertire l’ordine democratico nato dalla lotta di Liberazione. Anche un gruppo terroristico di estrema sinistra si affaccia con violenza sulla scena: sono le Brigate Rosse, costituitesi nel 1970 per propagandare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo e attive per più di un decennio, con agguati e rapimenti. Tra marzo e maggio 1978 sconvolgono l’intero paese con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e artefice dell’avvicinamento tra il suo partito e il PCI di Berlinguer. 

Nel frattempo la società continua, sulla scia del ‘68, a rivoluzionare i propri costumi: è infatti la stagione dei grandi diritti civili. Il diritto al divorzio diventa legge il 18 dicembre 1970, nonostante la ferma opposizione della Democrazia Cristiana che negli anni successivi promuove un referendum abrogativo tenutosi nel 1974: uno sforzo inutile, perché la cittadinanza decide comunque per il mantenimento dell’istituzione. Anche a livello sanitario ci sono alcuni importanti cambiamenti nel 1978: il primo riguarda la possibilità di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza negli ospedali pubblici e in maniera gratuita; il secondo invece è la legge Basaglia, che sancisce la chiusura dei manicomi in favore di servizi più adeguati per la cura della salute mentale. Entrambe le nuove leggi rientrano nel contesto della più grande riforma sanitaria, che istituisce il Servizio sanitario nazionale nello stesso anno.

Divorzio e aborto in particolare sono due battaglie condotte e vinte anche dal movimento femminista che dagli anni 60 rivendica un’equa paga, il riconoscimento del lavoro di cura a carico sempre delle donne, il diritto al lavoro, welfare per la famiglia. In generale un nuovo diritto di famiglia viene sancito dalla riforma del 1975: l’istituto della dote è abrogato, si riconosce pari tutela per figli naturali e legittimi e la potestà genitoriale diventa condivisa. 

Anche il sistema carcerario viene sottoposto, sempre nel 1975, ad una drastica riforma che mette al suo centro il rispetto della dignità del detenuto e una maggiore proiezione al suo reinserimento nella società.

Le agitazioni studentesche ed operaie iniziate nella decade precedente si trasformano nel Movimento del ‘77, che contesta il sistema istituzionale dei partiti e dei sindacati e rivendica una maggiore attenzione ai bisogni “immateriali” delle giovani generazioni. “La creatività al potere” è uno degli slogan del Movimento del ’77. Nel marzo di quell’anno, a seguito della manifestazione dell’11 a Bologna, durante la quale lo studente Francesco Lorusso viene ucciso da un carabiniere, si scatena una violenta protesta che per alcuni giorni mette a ferro e a fuoco la zona universitaria e innesca una violenta repressione da parte delle forze dell’ordine. Anche a Roma, durante gli scontri tra studenti e polizia nel maggio 1977, c’è una vittima: Giorgiana Masi.


Nel frattempo, al Parri…

Anche il Parri vive questa grande stagione politica. Nel 1972 Giampaolo Bernagozzi, docente di Cinematografia Documentaria al DAMS di Bologna, fonda in Istituto la sezione audiovisiva, dando via ad una intensa stagione di studi sul rapporto tra il cinema e la storia, partendo dai temi dell’attualità. Bernagozzi intuisce la grande importanza dell’analisi dei filmati di repertorio dell’Istituto Luce (i cinegiornali fascisti e quelli del dopoguerra) nell’ottica di una storiografia ampliata anche alle fonti audiovisive e la necessità di sfatare il mito dell’oggettività dell’immagine, e nello stesso tempo studiare i meccanismi della propaganda. Inizia un importante lavoro metodologico sui Cinegiornali Luce di epoca fascista e negli anni che vanno dal 1975 al 1983 Bernagozzi lavora incessantemente ad un progetto, che poi diventerà nazionale, di divulgazione critica di tali fonti. Organizza inoltre proiezioni pubbliche e rassegne dedicate alle scuole: è la prima volta che gli studenti italiani nati dopo il fascismo vedono quelle immagini. È il primo passo verso quel lavoro di riflessione e analisi della metodologia sulle fonti audiovisive per la ricerca e la diffusione della storia che caratterizzerà in futuro l’Istituto, che in quegli anni diventa anche produttore di opere audiovisive, sempre con la regia di Bernagozzi e Paolo Bugane’, quasi tutte dedicate agli scottanti temi dell’attualità:

28 maggio, 10’12”, Brescia, Bernagozzi – Bugane’, 1974 

Italicus, Bernagozzi – Bugane’, 1974

Lo avrai camerata Kesselring, Bernagozzi – Bugane’, 1976

Dedicato a chi perdona, Bernagozzi – Bugane’, 1985

Bibliografia

Andrea Sangiovanni, Tute blu. La parabola operaia nell’Italia repubblicana, Donzelli, Roma 2006

Carlo Flamigni, L’aborto: storia e attualità di un problema sociale,Pendragon, Bologna 2008

Luca Pastore, La vetrina infranta: la violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979, Pendragon, Bologna 2013

Deborah Ardilli (a cura di), Manifesti femministi. Il femminismo radicale attraverso i suoi scritti programmatici (1964-1977), Vanda Edizioni, Milano 2018

Cinzia Venturoli, Storia di una bomba. Bologna, 2 agosto 1980: la strage, i processi, la memoria, Castelvecchi, Roma 2020

Silvia De Bernardinis (a cura di), Brigate Rosse: un diario politico. Riflessioni sull’assalto al cielo, DeriveApprodi, Roma 2021

Filmografia 

La notte delle matite spezzate, Héctor Olivera, 1986

Buongiorno, notte, Marco Bellocchio, 2003

Lavorare con lentezza, Guido Chiesa, 2004

The Iron Lady, Phyllida Lloyd, 2011