Il fascismo, e Mussolini in persona, hanno saputo utilizzare la cultura come uno strumento straordinario di consenso per costruire immaginari che potessero durare nel tempo, persino dopo la loro caduta. In Italia le tracce del fascismo sono pervasive e – più o meno palesemente – presenti su tutto il territorio nazionale. Un processo di defascistizzazione imperfetto, particolarmente inefficace a livello culturale, ha fatto sì che molte delle eredità della dittatura possano continuare a esprimere i propri valori violenti, razzisti e di potere nello spazio della quotidianità del paese. 

Il libro Di-scordare. Ricerche artistiche sull’eredità del fascismo in Italia (DeriveApprodi Editore, Bologna 2024) affronta i processi di rimozione e revisionismo che hanno permesso questo stato delle cose, in particolare nel contesto delle arti, e propone un’analisi dei lavori di artiste/i che dagli anni Ottanta si sono prese/i carico di rileggere quelle tracce, decodificarne i significati e farne una critica aperta, politica e concettuale. Per comprendere e non dimenticare i segni del fascismo che disegnano i nostri paesaggi urbani. 

 

Ne parlano con l’autrice Filippo Mattia Ferrara ed Elena Pirazzoli (Istituto Storico Parri), Marianna Guglielmo e le/gli student* della 2i – potenziamento di Educazione Visiva (Liceo classico Marco Minghetti). Introduce e modera Agnese Portincasa (Istituto Storico Parri). 

 

L’appuntamento è fissato per mercoledì 26 marzo alle ore 16.30 nella Sala Berti del nostro istituto, in via Sant’Isaia 20.