Camelia. “Con gli occhi aperti, col cuore fermo”

Camelia. “Con gli occhi aperti, col cuore fermo”

presso il Liceo Galvani di Bologna (Via Castiglione 38). 

Orario d'apertura

Da lunedì a giovedì 9-18

venerdì 9-16.30

sabato 9-14

(domenica chiuso)

La mostra rimarrà aperta fino all'11 febbraio 2017.

La mostra si sviluppa secondo due percorsi paralleli. Il primo rappresenta un cammino nella storia. Attraverso la schedatura e l'analisi di documenti anche originali, si ricostruisce la biografia di Camelia Matatia, nel contesto degli anni terribili della persecuzione razziale in Italia, fino al suo arresto, in un piccolo paese della provincia di Bologna, il 1° dicembre 1943.

Trasferita prima nel carcere di Bologna, poi in quello di Ravenna ed infine a San Vittore (Milano), Camelia partirà dal binario 21 della stazione di quella città, il 30 gennaio 1944 insieme ad oltre 600 ebrei, con destinazione Auschwitz, da dove non farà più ritorno.

Il secondo percorso testimonia dell'incontro del gruppo di studenti autori del progetto, con la vicenda di Camelia e con le lettere, indirizzate ad un amico del cuore, che ci arrivano dal suo passato. È un incontro con i sentimenti, le passioni, le aspettative di una giovane donna di 17 anni, che, malgrado tutto, non rinuncia a guardare al futuro.

Proprio le emozioni che emergono dai testi, legate alla sua giovane età, ma anche ad un temperamento forte e positivo, hanno avvicinato Camelia ai suoi coetanei di oggi, che hanno deciso di "farsi carico" della sua storia - che è storia di tutti/e - di condividerla e di raccontarla, soprattutto in riferimento ai suoi ultimi momenti di libertà, prima dell'arresto e della scomparsa nell'abisso della deportazione.


Omaggio a Renzo Magnanini

Inaugurazione della mostra sabato 3 dicembre alle ore 17 (seguirà aperitivo)

"Sono un artista di ottantaquattro anni, e non credo nell'arte moderna: è un terribile bluff. Perchè mai ab­bandonare la figura? Decenni fa, mi dicevano: il di­segno non serve a nulla; e io replicavo: per un artista, è come per un pianista la tastiera". 

Renzo Magnanini nasce il 18 ottobre 1920 a Fab­brico, un paese della bassa reggiana. [....] Di carattere schietto e profonda dignità, per perso­nale riserbo e profondo orgoglio, non ha mai ceduto alle lusinghe del mercato. Il Maestro disse sempre no alle gallerie che in gioventù lo avevano escluso (convinte che la sua arte fosse di stampo troppo classico e, quindi, non adatte ad un momento storico che voleva a tutti i costi la modernità) preferendo ad esse le sale dei musei, gli spazi comunali o gli altari delle basiliche. La figura umana era il soggetto prediletto da Magna­nini, uomo di profonda cultura, interessato all'attualità e alla filosofia. Intensamente religioso, dimostrava un reale interesse per l"'altro" che mostrava attra­verso l'intensità emotiva dei propri ritratti. Per ulteriori notizie sulla vita del Maestro si rimanda alla biografia "Se scende la neve in agosto" di Mau­rizio Messeri, amico dell'artista. Testo di Sabrina Bagatta


L'ARGINE. UN BAMBINO E IL SUO SEGRETO PERICOLOSO

 

L'ARGINE. UN BAMBINO E IL SUO SEGRETO PERICOLOSO 

Mostra di Marina Girardi e Rocco Lombardi

dal 21 al 29 novembre 2016

presso la sala dell'ex-Refettorio dell'Istituto, via Sant'Isaia, 20 (apertura lun-ven 15.30-18.30 e sab 10-13)

L’ospite, anche quando non è atteso, è sempre padrone della mia casa. Luigi Varoli

Il libro, pubblicato da Becco Giallo Edizioni, è nato da una commissione del Museo Luigi Varoli di Cotignola (RA) ed è un’opera di fiction ispirata alla rete di solidarietà e di accoglienza che si è creata durante la Seconda Guerra Mondiale nel piccolo paese della bassa ravennate e che ha permesso di salvare centinaia di perseguitati dal regime nazifascista.




Aprile 1945. Frazchì è un bambino che vive a Cotignola, nella bassa ravennate, ai piedi dell’argine del fiume Senio dove il fronte della guerra si è bloccato ormai da mesi. La sua è una corsa contro il tempo: deve portare a ingravidare Ninetta, la capretta di famiglia, prima che la fame prenda il sopravvento e le bombe degli Alleati radano al suolo ciò che resta del paese. Insieme a Ninetta, però, Frazchì deve portare con sé anche il peso di un segreto pericoloso.

Marina Girardi e Rocco Lombardi, fondendo due stili opposti, pittorico e vibrante il primo, cupo e graffiante il secondo, ci restituiscono la complessità dello sguardo di un bambino, che si trova di fronte all’orrore e alla violenza della guerra, ma anche alla straordinaria resistenza di una comunità che – in pieno assedio nazifascista – ha saputo offrire rifugio e salvezza a centinaia di perseguitati.



Marina Girardi e Rocco Lombardi sono illustratori e autori di storie a fumetti.Il loro lavoro si nutre di di incontri e osservazioni che nascono durante vagabondaggi in giro per l’Italia, in luoghi lontani dalle strade principali, dove l’uomo e la natura sanno parlare tra loro.Insieme hanno creato Nomadisegni, un progetto di laboratori di fumetto itineranti per raccontare le storie nascoste dentro al paesaggio.


Giocare con la storia - Bologna. Città delle bambine e dei bambini. I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

Anche l'Istituto partecipa alle giornate dedicate ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza con l'iniziativa Giocare con la storia.

Vi aspettiamo il 26 novembre alle ore 15 per una “caccia al tesoro” all'interno del Museo della Resistenza con materiali dell’Istituto attraverso cui i ragazzi potranno ricostruire una spy story bolognese: l’operazione Radium.

L'iniziativa è indicata per bambini e ragazzi dai 9 ai 12 anni.

Prenotazione obbligatoria (max 12 partecipanti), scrivendo alla mail info@museodellaresistenzadibologna.it

Leggi il programma completo delle iniziative