Storia dell’archivio
L’archivio cartaceo dell’Istituto Storico Parri Bologna Metropolitana è venuto costituendosi nella seconda metà degli anni Sessanta attorno ad un primo nucleo documentario, prevalentemente di riproduzioni fotostatiche, creato per motivi di ricerca. Tale stagione è documentata dalla prima Guida agli archivi della Resistenza del 1974.
Nella seconda metà degli anni Settanta, in particolare con il cospicuo versamento del 1979, si acquisirono fondi sia conservati che prodotti dall’ Anpi provinciale e regionale. Tra questi gli archivi dell’Anpi di Bologna (1932-1974; bb. 229), del Comando unico militare Emilia-Romagna (1943-1946; bb. 9), del Cln regionale Emilia Romagna (1943-1946; bb. 40), di alcuni Cln comunali (1945-1946; bb. 17), della Commissione regionale riconoscimento qualifiche partigiani (1924-1952; bb. 31), del Comitato nazionale pro vittime politiche Emilia-Romagna (1945-1951; bb. 10, schede 1338). Un altro gruppo di fondi, alcuni dei quali riconducibili al medesimo versamento Anpi del 1979, comprende: il Comitato di solidarietà democratica di Bologna (1949-1966; bb.69), il Comitato di solidarietà democratica di Modena (1945-1970; bb. 82) e gli archivi degli avvocati Leonida Casali (1949-1958; bb. 143) ed Enzo Gatti (1945-1957; bb. 12).
Nel corso degli anni Ottanta, Novanta e successivi si è riscontrato un discontinuo afflusso di fondi. Ai tradizionali fondi in fotocopia creati in occasione di ricerche, si sono aggiunti depositi e donazioni. In particolare sono stati depositati l’archivio della Sepral di Bologna e dell’Ispettorato provinciale dell’alimentazione (1943-1970; bb. 1014 ca.) e diversi insiemi documentari di privati tra i quali si segnala l’archivio dell’avvocato Eugenio Jacchia (vissuto tra il 1869 e il 1939; bb. 230).
Una sommaria identificazione dei fondi venne pubblicata nella Guida agli archivi della Resistenza, a cura della Commissione archivi-biblioteca dell’Insmli, Roma, Palombi, 1983. L’identificazione più recente si trova nella Guida agli archivi della Resistenza, a cura di Andrea Torre, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2006.
Nel corso del 2005, le raccolte sono state accresciute con l’acquisizione di due cospicui fondi, quello dell’Archivio Marco Pezzi e quello di parte dell’Archivio di Magistratura Democratica. Inoltre, nell’ambito di un accordo formale, sono entrati a far parte del patrimonio archivistico dell’Istituto i fondi di filmati raccolti dall’Associazione Home Movies – Archivio nazionale del film di famiglia.
I fondi audiovisivi in pellicola sono stati raccolti nella cinefototeca istituita nel 1972 con un primo nucleo di materiali donati dall’Istituto Luce e con la raccolta delle fotografie e delle fonti sonore fino ad allora conservate nell’archivio cartaceo.
Dal 2006, a seguito di una generale riorganizzazione, i fondi raccolti nella cinefototeca sono ritornati alla collocazione originaria, nell’Archivio dell’Istituto che conserva documenti di ogni tipologia. Inoltre, si è avviata una fase di riordino e inventariazione dei fondi.
Tra i fondi fotografici si segnalano quello dell’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti in Spagna (1.143 fotografie; i diritti appartengono all’Istituto Parri); il fondo Iwm/Imperial War Museum di Londra, con immagini dell’Emilia-Romagna, settore orientale, durante la campagna d’Italia della 2ª guerra mondiale (400 fotografie ca.; i diritti appartengono all’Iwm); il fondo Office Signal Corps del National Archives di Washington, che raccoglie immagini relative alla provincia di Bologna durante la seconda guerra mondiale e la liberazione della città (450 fotografie ca.; i diritti sono pubblici); il fondo Arbizzani, di circa 500 immagini, relative al periodo 1943-1945 in provincia di Bologna (i diritti appartengono all’Istituto Parri, in fase di riordino); il fondo Anpi (3.000 fotografie ca. di partigiani emiliano-romagnoli, in fase di riordino; i diritti appartengono all’Anpi).
Dal 2005, l’Istituto Parri si è trasferito in una nuova sede con locali idonei alla conservazione dei documenti perché dotati di impianto di condizionamento per il controllo di temperatura e umidità. Contemporaneamente, le sezioni archivio e biblioteca hanno unificato la loro gestione per coordinare il servizio sia dal punto di vista della fruibilità sia da quello del trattamento dei documenti.
Dal 2013, l’Istituto ha assunto la denominazione di Istituto per la Storia e le Memorie del ‘900 Parri Emilia-Romagna a seguito della fusione tra Istituto Parri, Isrebo, Landis e Cedost.
Nel 2019 è stata adottata la denominazione di Istituto Storico Parri.